15 MAGGIO 2018
Manca poco più di un mese all’inizio dell’estate, il momento ideale per raccontarvi qualcosa in più su “Persica”, la nostra fruit beer.
Come sempre, nei post che sul blog abbiamo dedicato agli stili di birra, cominciamo a chiarire cosa sia esattamente una fruit beer. Una fruit beer, o birra alla frutta, è esattamente quello a cui state pensando: una birra che include la frutta (o un derivato, tipo un estratto, della frutta) tra i suoi ingredienti.
Non è uno stile classico, malgrado abbia una sua storia, ma è uno stile che oggi può ritenersi decisamente attuale e “alla moda”.
Esistono due grandi “scuole” di produzione di birra alla frutta: la scuola belga (ovviamente) e quella statunitense. I primi ad utilizzare la frutta nei processi di produzione sono stati i belgi: era (ed è tuttora) l’ingrediente perfetto per “tagliare” birre particolarmente acide e difficili da bere. L’aggiunta della frutta conferiva loro bevibilità e gusto.
La storia delle americane è più recente: come è accaduto con altri stili, i mastri birrai hanno ripreso le fruit beer belghe e ne hanno offerto una loro interpretazione, con le caratteristiche tipiche dell’arte brassicola “Made in Usa”, vedi un forte accento sulla luppolatura con luppoli ovviamente americani.
Dopo questa breve introduzione, la domanda più classica quando l’argomento sono le fruit beer: con quali frutti si possono produrre? Con tanti, quasi tutti. Ci sono fruit beer ormai quasi classiche, come quelle che utilizzano lamponi, mirtilli, ciliegie. Ce ne sono di più recenti, attuali, di tendenza, tipo le fruit con frutti tropicali, frutto della passione, mango. In generale oggi nel settore si nota una grandissima voglia di sperimentare, più si sposta l’asticella verso l’alto e maggiore è la sfida per il mastro birraio, che deve trovare un equilibrio corretto tra i sapori e i profumi di tutti gli ingredienti.
Nelle fruit beer americane ad esempio spesso i mastri birrai utilizzano un malto base Pale più la frutta per valorizzare la componente aromatica e di sapore. Noi per Persica abbiamo scelto un malto base di frumento per avere più acidità e morbidezza e ottenere così una birra più “easy”.
In generale è più difficile trovare fruit beer con malti scuri, o con tostature notevoli, poiché il sapore della tostatura rischierebbe di coprire il gusto della frutta. Esistono eccezioni, come ottime Cherry Stout, ma non sono la norma.
Noi abbiamo scelto di utilizzare la pesca, abbastanza difficile da trattare proprio per il suo sapore delicato.
Per questo abbiamo scelto un lievito neutro, a cui abbiamo chiesto di fare semplicemente il proprio lavoro da lievito: “mangiare” il malto e trasformarlo in alcool. Il malto è un base Pils più malto di frumento per avere acidità e morbidezza. Quell’acidità che aggiunge freschezza a Persica e la rende molto apprezzata nei mesi estivi.
Persica è una birra non complessa, corpo non eccessivo, protagonista la pesca, che utilizziamo come fosse un dry hopping. Alla fine delle fermentazione tumultuosa la inseriamo in purea, a freddo. Così siamo certi di ottenere il massimo della sapidità e del profumo.
In molti ci hanno confidato che è una birra sorprendente, poiché si aspettavano qualcosa di molto più legato alle bevande alla frutta, qualcosa di molto più dolce. Non lo è perché utilizziamo il frutto fresco, raccolto sul territorio e lavorato nell’arco di 24 ore, e non utilizziamo estratti o sciroppi.
Con cosa si può abbinare? Dalla nostra scheda:
“La PERSICA è una birra che soddisfa appieno il palato in qualsiasi momento della giornata. Ideale come aperitivo, con i piatti agrodolci, l’anatra all’arancia, i piatti di carne con buona tendenza dolce come guanciale, agnello, grigliata, con tutti i dolci a base di frutta, la californiana e la torta alle pesche in prima linea, la macedonia, i dolci cremosi delicati, la piccola pasticceria, i cocktails.”
Dettaglio che ci fa un enorme piacere: è decisamente il nostro stile di birra più amato dal pubblico femminile. Ora sapete a chi regalarla! ????